PER IMPARARE FIN DA PICCOLI L’AMORE, IL RISPETTO, LA VALORIZZAZIONE DI SE’ E DEGLI “ALTRI”
di Gianfranca Perra
La giornata di Festa è iniziata di primo mattino, anche se siamo usciti a piantumare intorno alle dieci.
I bambini erano euforici e impazienti: sono arrivati con gli stivaletti ai piedi e il carico personale di terra, paletta e secchiello; non solo, ognuno con più di una piantina e vari semi da mettere a dimora nel giardino della nostra scuola.
Era un via vai di operai impegnati a fare buche, e maestre in assetto di evento particolare da gestire con cura per dare a tutti i bambini lo spazio di una semina personale e di una collettiva per gli arbusti e i grandi alberi da mettere a dimora: nocciolo, mandorlo, ginestre, mirti ecc.
Vedendo quei visini entusiasti ed emozionati, carichi di voglia di fare mentre spalavano le zolle dure e compatte, stanando i lombrichi assopiti e panciuti, mettendo in fuga le scolopendre impazzite dal trambusto di quella terra rimestata e sbriciolata, serrando per qualche minuto nel palmo della mano un bellissimo scarabeo dai colori fosforescenti, mi sono chiesta: perché questa giornata deve essere un evento e non prassi quotidiana?
Russeau, già nel 1700, enucleava nei dieci principi fondanti della sua teoria, l’importanza determinante di un approccio sistematico al mondo naturale (ecopedagogia), poiché la natura è “non solo un sano ambiente di vita, ma un ambiente di apprendimento all’interno del quale potersi incamminare nella conoscenza del mondo, di sé e dell’altro, e crescere integri nel corpo, nella mente e nello spirito.
Successivamente Pestalozzi, Montessori, Dewey, Steiner, giusto per citare alcuni dei più illustri pedagogisti, hanno ribadito l’irrinunciabilità ad un legame simbiotico con la natura come mezzo di crescita e miglioramento della persona, infallibile per mettere alla prova l’intelligenza e far vivere una dimensione di apprendimento, scoperta e gratificazione continua, esplorando e vivendo a stretto contatto con la terra e l’ambiente.
Senza allontanarsi troppo da casa nostra, come non citare il grande pensatore e indiscusso pedagogo Antonio Gramsci che inviava ai suoi figli Delio e Giuliano, nelle lettere dal carcere, la fiaba del Topo e la montagna, esortandoli a motivare i propri intenti e a tenere presenti gli esempi che la natura ci offre, rispettandola e valorizzandola.
Noi, in questa scuola, con pochi mezzi e molta buona volontà, pioniere di una cultura umile nella prassi, ma efficace nell’obiettivo finale di far crescere bambine e bambini capaci di sapere, saper fare e saper essere, stiamo tentando da anni di coltivare questa impostazione pedagogica che, badate bene, non è affatto scontata ; per realizzarla occorre molta buona volontà da parte di tutti i soggetti in campo, famiglie, istituzioni, enti presenti nel territorio.
Solo stringendo PATTI di ALLEANZA possiamo, oso dire gramscianamente, con l’ottimismo della volontà, realizzare obiettivi di benessere e cittadinanza attiva, in cui rispetto, consapevolezza e inclusione potranno andare di pari passo per formare le future generazioni.
Imparare a condividere intenti e obiettivi per poterli rendere efficaci e duraturi nel tempo è il nostro compito principale.
Pertanto bisogna avere la forza di credere che, il cambiamento ,tendente a migliora la vita e ha dare valore e rispetto a sé e agli “altri”, non può che partire dal basso, dall’infanzia, titolare del Diritto a vivere serena in un mondo in cui i valori hanno ragione di esistere.
Alleghiamo a questo nostro contributo, che vorremmo diventasse spazio attivo di conoscenza, condivisione e dibattito, alcune foto che riportano le attività svolte.
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